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Riduzione della concentrazione di biossido di azoto nelle ultime settimane, uno studio SNPA

Pubblicato il 23 Marzo 2020

Nelle ultime settimane è molto dibattuta la possibile correlazione tra qualità dell'aria e COVID-19, soprattutto nel Bacino Padano, che è dovuto a molteplici cause e fattori correlati in modo complesso (a riguardo vedi il seguente approfondimento LINK).

Su questo tema si riporta di seguito un'elaborazione fatta da esperti SNPA, preceduta da un comunicato dell'ARPA Lombardia del 13 marzo, tramite il seguente comunicato (LINK AL COMUNICATO RIPORTATO NEL SITO DELL'ARPA LOMBARDIA):

"In questi giorni molto particolari, nei quali riceviamo molteplici richieste in relazione al rapporto tra Corona Virus e qualità dell'aria, Arpa Lombardia giudica non opportuno fare, al momento, una valutazione specifica di merito, essendo la situazione in evoluzione e in quanto non dispone di tutti gli elementi necessari allo scopo. La priorità è, oggi, quella di mantenere attiva e funzionale la rete di rilevamento, garantendo tutte le attività manutentive necessarie; su questo Arpa Lombardia sta impegnando tutte le proprie risorse, garantendo il necessario servizio all'intera comunità lombarda.

Preme sottolineare come la qualità dell'aria sia determinata da un insieme di fattori e solo una valutazione completa e organica degli stessi consente di portare a conclusioni tecnicamente sostenibili.

Un' analisi seria, che è nelle modalità abituali di operare di Arpa Lombardia, richiede dati quantitativi, come per esempio i flussi di traffico o la produzione industriale, oltre che analisi di laboratorio sul materiale particolato raccolto, effettuando così la ricerca di traccianti delle diverse sorgenti. Per fare confronti è necessario, altresì, considerare la meteorologia, elemento che varia di giorno in giorno. Non si può quindi semplicemente confrontare la situazione di queste tre settimane con quella dell'anno precedente o delle tre settimane precedenti, poiché sarebbe una analisi semplicistica.
Qualunque valutazione così svolta sarebbe solo di tipo qualitativo e superficiale, e non, invece, di natura quantitativa e approfondita come invece si potrà fare, con i tempi dovuti, al termine di questo periodo che continuiamo a sperare sia più breve possibile.
Pertanto, Arpa Lombardia smentisce categoricamente qualunque affermazione attribuita all'Agenzia sulla diretta correlazione tra le azioni di contenimento della diffusione del Covid 19 e il miglioramento della qualità dell'aria.
Sul sito di ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è stata pubblicata un'informativa sulla relazione tra inquinamento atmosferico e diffusione del COVID-19"
 
Più recentemente, da un'elaborazione fatta da un team di esperti SNPA grazie al programma Copernicus e a rilevazioni sul territorio, consulta l'articolo originale al seguente LINK, viene rilevato da un primo studio che si riduce in maniera significativa uno dei principali inquinanti dell’atmosfera, il biossido di azoto (NO2), a seguito delle misure introdotte dal Governo per l’emergenza Coronavirus. Si stima una diminuzione dell’ordine del 50% nella Pianura Padana, si riprota di seguito il testo dell'articolo.
 
Il dato emerge dalle analisi elaborate da un team di esperti del Sistema nazionale di protezione ambientale (SNPA), grazie ad una nuova piattaforma in grado di integrare ed elaborare i dati forniti dal Programma europeo Copernicus e da sistemi modellistici a scala nazionale e regionale con quelli raccolti sul territorio dalle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle regioni e delle province autonome (ARPA e APPA). La piattaforma SNPA è stata sviluppata in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana (ASI). Copernicus è il sistema EU di osservazione della terra attraverso satelliti, analisi in situ e modellistica. (VEDI LINK)
 
La piattaforma ha permesso di effettuare una prima analisi degli effetti sulla qualità dell’aria delle misure di limitazione della mobilità adottate in Lombardia e Veneto a partire dal 23 febbraio e poi estese a tutto il territorio nazionale a partire dall’11 marzo.
 
Questo primo studio analizza l’andamento del biossido di azoto (NO2) in quanto tra gli inquinanti dell’aria, l’NO2 è quello che più rapidamente risponde alle variazioni delle emissioni e viene prodotto da tutti i processi di combustione, compresi quelli derivanti dal traffico veicolare. Più complessa è invece la risposta delle polveri fini (PM10) in parte emesse direttamente ed in larga parte prodotte dalla trasformazione di altre sostanze reattive, quali l’ammoniaca, gli ossidi di azoto, i composti organici volatili, emesse da molte fonti diverse.
 
La situazione della Pianura Padana
 
L’andamento temporale dei dati di tutte le stazioni di monitoraggio della Pianura padana mostra una variazione giornaliera dovuta alla variabilità delle condizioni meteorologiche. Si notano numerosi valori isolati (outlayer) che evidenziano la presenza di una marcata variabilità tra i dati rilevati dalle stazioni.
 
L’andamento dei valori mediani, un indicatore robusto per esaminare l’andamento complessivo, evidenzia una progressiva riduzione dell’inquinamento diffuso, a partire dalle restrizioni imposte in Lombardia e Veneto. I valori mediani di tutte le stazioni di quest’area sono progressivamente passati da quantità comprese tra 26 – 40 microg/m3 nel mese di febbraio a 10 – 25 microg/m3 nel mese di marzo, con una riduzione dell’ordine del 50%, in accordo con la analisi condotta dal servizio  europeo Copernicus-CAMS. (https://atmosphere.copernicus.eu/air-quality-information-confirms-reduced-activity-levels-due-lockdown-italy ).
 
L’effetto delle limitazioni degli spostamenti risulta particolarmente evidente osservando le mappe di concentrazione prodotte con modello di trasporto e dispersione, messe a confronto con i valori osservati. Poiché il modello calcola la concentrazione sulla base delle usuali emissioni, il confronto evidenzia l’effetto delle misure di limitazione sulla concentrazione di NO2.
 
Si nota come in corrispondenza delle principali arterie stradali, come la via Emilia, i valori attesi sulla base della valutazione modellistica (30 – 50 microg/m3) risultano superiori a quelli osservati (10 – 30 microg/m3). Analoghe considerazioni valgono per l’area ad elevate emissioni della Lombardia, dove le concentrazioni osservate ricadono nell’intervallo 10- 30 microg/m3 contro valori attesi di 20 – 40 microg/m3. La piattaforma consente anche di focalizzare l’analisi su sottodomini, sui quali sono stati implementati modelli a maggior risoluzione spaziale.
 
Di seguito si riporta un video prodotta dall'ESA a riguardo:
 
AGGIORNAMENTO DEL 26 MARZO, l'ISPRA ha pubblicato un approfondimento con cui comunica una stima riduzione del 5-7% delle emissioni di gas serra dell'Italia nei primi tre mesi 2020, rispetto allo stesso trimestre 2019.